Nello
Rega è giornalista di Televideo Rai e
presidente di Together Onlus,
un’associazione con scopi umanitari rivolta al Libano, paese spesso
dimenticato e
lasciato solo da gran parte della comunità internazionale. Rega, oltre ad
essere
impegnato in attività umanitarie e culturali in diverse città libanesi,
è anche
giornalista impegnato nel portare avanti l’idea della possibile
integrazione tra la
cultura musulmana e quella occidentale. E’ proprio questo suo impegno
che l’ha
portato a ricevere minacce e intimidazioni da parte degli integralisti
musulmani,
minacce in cui si fa riferimento ad Hezbollah. Sì, perché nel suo ultimo
libro “Diversi
e divisi” si parla di una storia d’amore,
incentrata sul tema della convivenza tra
cristiani e islamici: un racconto che vuol rimarcare le divergenze che
passano tra il
mondo cattolico e quello islamico, facendo riflettere sul modo di vivere
l’amore nella
società musulmana e in quella liberale dell’Occidente.
Intervistato telefonicamente ecco come ha risposto alle nostre domande.
-
Rega, ci parli del suo libro.
Come nasce la storia?
"Il
mio libro racconta la convivenza tra me e una donna sciita libanese che ho
conosciuto in Libano dove sono stato per un
po’ di tempo per motivi di lavoro e con
la quale ho vissuto per tre anni. La nostra era una convivenza fatta di
normalità e di
amore, quell’amore che stava per portarci al matrimonio. Quello stesso
amore che era
riuscito ad andare oltre qualunque ostacolo, qualunque tipo di
pregiudizio, che ci
faceva vivere ciascuno la propria religione, senza alcuna prevaricazione o
dissenso.
Un’empatia andata avanti fino a quando, all’improvviso, non si è
interrotta. A un
certo punto lei ha cominciato a frequentare un ragazzo palestinese e una
ragazza
italiana convertita all’Islam. Ha riscoperto il suo vecchio mondo,
soltanto sopito ma
mai abbandonato completamente. Dopodiché, è sparita, così, da un giorno
all’altro,
senza alcuna spiegazione. Io ho provato a cercarla e quello che ho
scoperto mi ha
fatto vedere e capire realmente chi avevo avuto di fronte fino a poco
tempo prima: lei
era entrata in contatto con delle cellule integraliste. Oltre a questo, ho
scoperto anche
che la sua famiglia è membro di Hezbollaz e questo non ha fatto che
dimostrare il
legame tra questa circostanza e la sua sparizione".
-
E’ stato in questo momento
che sono cominciate ad arrivare le minacce?
"Sì,
è stato subito dopo la sua scomparsa. Sono arrivate minacce cartacee e
buste
contenenti dei proiettili. Suppongo le due cose
siano collegate. Adesso, a pochi giorni
dall’uscita del mio libro “Divisi e diversi”, presentato ieri al
teatro Stabile di Potenza,
l’ultima intimidazione con una lettera e una copertina scaricata da
internet del mio
libro. Tutto ciò non fa che dimostrare, ancora una volta, l’ostacolo
posto da questi
gruppi di integralisti, di fronte a qualunque forma di integrazione
possibile tra due
culture, la nostra e quella islamica che non accetta, pur vivendo in
Italia, le leggi e le
abitudini del nostro Paese. Noi, io e la mia fidanzata, avevamo perfino già
fissato il
giorno delle nozze, ma sul nostro legame ha prevalso la religione, la sua
religione,
quella musulmana che nel 2009 obbliga una donna a vivere ancora come un
oggetto".
-
Immaginava che il suo libro
avrebbe suscitato qualche malumore?
"L’ho
immaginato fin dal primo momento. Affrontare un argomento del genere,
soprattutto in un momento come questo, non
poteva non destare tanta attenzione e
probabilmente anche qualche malumore. Certo, non immaginavo di ricevere
addirittura delle minacce. Cercare di portare a riflettere sul modo di
vivere l’amore
nella società musulmana e in quella liberale dell’occidente va
decisamente a
scontrarsi con un modo arcaico e viene considerata come una sfida nei
confronti del
mondo islamico e i suoi principi. Una battaglia, questa, che non mi vede
certamente
da solo perché, di contro agli integralisti, esistono anche realtà di
musulmani che
hanno accettato di vivere nel nostro Paese, sposandone i principi e le
leggi
fondamentali: l’unico punto di partenza per raggiungere
un’integrazione che si possa
dire tale da tutti i punti di vista".
“Diversi e divisi” si inserisce anche nel più ampio
progetto LibanItaly dellaTogheter Onlus attivo attraverso
collaborazioni con
ospedali, strutture sanitarie di base e associazioni sociali e religiose.
E’ attivo dal
2003, tanti e tangibili i risultati raggiunti. Si è partito dallo sport.
Nell’occasione
proprio il Panathlon Club di Potenza si è attivato per promuovere
e sostenere una
raccolta fondi da destinare al progetto umanitario. Così come è
destinata alla
solidarietà una parte dei proventi ricavati dalla vendita del libro. Si
tratta anche di
un’iniziativa editoriale a più voci con attori della società civile
impegnati nella
divulgazione della bellezza e del piacere: dal trio potentino di cabaret La
Ricotta a Scoprire la Basilicata by Fantastico Mondo, dall’agenzia
di
comunicazione Iabadabadu, al fotografoDavide Becce.
E
per discutere e confrontarsi sulle distanze tra Oriente e Occidente, è
stato creato
il sito www.diversiedivisi.it
L’illustratore
del libro è Raffaele Gerardi che ha quarantacinque anni, ed è pittore,
illustratore, designer grafico. Come
fotoreporter è stato negli Stati Uniti e in Libano.
Tra le sue produzioni di designer, le linee “Guzzini”,
“Clementoni”, “Belcom” e
“Di.Bi”. Ha esposto le sue opere a New York, Chicago, Newport Beach,
Montecarlo,
Milano, Bologna, Venezia. Da sempre interessato alle arti visive, è
contitolare dello
studio iabadabadu – felice di comunicare – di Fano. Coautore di “A
Sud di Bagdad”
(2003), “Sud dopo sud” (2006), “In volo, missione dopo missione”
(2006). E’ socio
fondatore della Together Onlus e del progetto umanitario Libanitaly. La
sua matita ha
accompagnato da sempre le pagine di Nello Rega con il quale condivide
un’amicizia
lunga una vita. I suoi disegni sono “appunti di ascolto per capire i
perchè”.
Giovedì
11 marzo 2010
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