Chi
è Anna Lavatelli?
Sono una ex insegnante di scuola media, che da sempre ha amato la
letteratura per ragazzi e i romanzi d'avventura in particolare.
Perché scrivi?
Scrivo perché mi piace il 'c'era una volta', vale a dire la potenza della
narrazione che ti trasporta da un'altra parte e ti immerge in vicende che
pur nella diversità di situazioni, di ambienti e di epoche continuano a
parlare della natura umana, delle nostre sfide, delle nostre paure, dei
desideri e delle speranze, che nella loro sostanza più profonda non
cambiano mai.
Qual è il primo libro libro che ti è stato letto e da chi? E il primo
libro che hai letto da sola?
Il primo libro e' stato Pinocchio, che mio padre mi ha letto più
volte durante i primi anni dell'infanzia. Il primo libro letto da sola e'
stato le 'Novelle dei fratelli Grimm'.
Com' eri da
bambina, ubbidivi ai tuoi genitori, ti piaceva la scuola, gli incontri con
le tue maestre sono stati fortunati?
Ero una bambina molto vivace, chiacchierona e allegra, ma abbastanza
obbediente. Adoravo andare a scuola e ho avuto la fortuna di avere per 5
anni una maestra che ci incoraggiava a scrivere e a raccontare i fatti
della nostra vita quotidiana. Io la adoravo perché mi lasciava usare i
dialoghi nei componimenti e non si scandalizzava se riportavo le frasi
esatte dei miei nonni, che parlavano in dialetto. Quando ho iniziato a
scrivere per ragazzi, sono ritornata idealmente a questa libertà creativa
che mi aveva sempre dato fiducia in me stessa e li' ho trovato la carica
emotiva necessaria a rappresentare gli eventi.
Quali sono i tuoi scrittori preferiti e perché?
Amo Collodi, il più geniale, profondo conoscitore dell'animo dei
bambini. Ho amato Rodari, che mi ha aiutata a guardare le cose da punti di
vista anticonformisti, ma non credo più, come al principio della mia
attività di scrittrice, che la letteratura debba necessariamente
comportare un impegno militante. La presenza del tema 'politico', nel
tempo, ha finito con mostrare un aspetto educativo troppo scoperto, e
quindi meno destinato a trovare interesse e a transitare con successo
verso le nuove generazioni, che già sono tempestate di 'argomenti' come
la pace, l'intercultura, l'ecologia, l'handicap nella didattica
quotidiana. Mi spiego meglio, per non essere fraintesa: ciò che era stato
novità e 'provocazione' negli anni 80 e' oggi all'ordine del giorno,
anche a scuola, e dunque un Rodari così 'scolarizzato' non parla più al
cuore dei bambini. Penso che gli scrittori di lingua inglese, come Roald
Dahl , Anna Fine, Margareth May o Philip Pullman, siano esemplari nel
raccontare la vita dei ragazzi senza mettere messaggi in primo piano. Il
racconto in se' e' già una visione del mondo, che il lettore può
interpretare secondo la propria sensibilità. Non serve la favola
esemplare, o almeno non serve più, nemmeno quella a sfondo sociale di
Rodari. Affascinare con un bel racconto e' l'obiettivo principale di uno
scrittore contemporaneo. Dalle emozioni nasceranno poi le riflessioni e
l'etica personale del lettore, la sua storia di cittadino di questo mondo.
Hai un luogo e
un momento della giornata che favorisce la tua scrittura?
Il mattino ha l'oro in bocca, ma la vita ti insegna a lavorare quando
puoi, dunque ho seguito le leggi... dell'evoluzione della specie e mi sono
adattata alle condizioni che cambiavano intorno a me per continuare a
scrivere.
Usi il computer? Come costruisci le tue storie, quali sono le tue fonti
di ispirazione, come ti documenti?
Non potrei fare a meno del computer, che ha sostituito carta e penna anche
nella stesura della 'brutta copia' dei miei racconti. Le
storie, in realtà, si costruiscono da sole, camminano sulle gambe dei
protagonisti, una volta che si trovano dei personaggi interessanti e delle
vicende reali che diano il via all'immaginazione. A volte sono necessarie
delle ricerche, come e' stato nel caso di Gaston. Il computer, o meglio
internet, e' il mio principale alleato nella documentazione che a volte si
protrae per mesi.
Ami gli
animali, i gatti in particolare. Perché?
Ho sempre amato gli animali, forse perché sono cresciuta in campagna.
I gatti in particolare mi piacciono per la loro superba indipendenza, per
essere sommamente padroni di se stessi, sdegnosamente superiori al loro
padrone e mai completamente addomesticabili. Un gatto non sta in braccio a
comando. Non fa mai due volte la stessa cosa. È irrimediabilmente
capriccioso e volubile. Questo fa si che io apprezzi di più i suoi
momenti di tenerezza.
Conosci l'America latina e hai sposato un peruviano. Il tuo libro
Gaston e la ricetta perfetta è ricco anche per le suggestioni di questi
luoghi. Cosa sono per te queste terre. Cosa hanno dato, nel corso del
tempo a te e alla tua scrittura?
Il Perù mi ha dato prima di tutto Julio, il compagno di viaggio della mia
vita: la nostra alleanza attraverso gli anni ha mostrato solidità, forza,
consentendoci di progettare il futuro e di stare bene insieme, di
aiutarci, sostenerci... Proprio come recita il rito matrimoniale. E'
stato per me naturale amare ciò che mio marito ama, e cioè la terra in
cui è nato, come tutti facciamo, anche quando ci e' ostile. L'incontro
con un paese così lontano e differente e' stato un elemento straordinario
di crescita ed arricchimento, che hanno aggiunto più forza e vitalità'
alla mia scrittura. Ultimamente dal Perù stanno arrivando nuovi
suggerimenti alla mia immaginazione: Gaston e' il mio primo libro
ambientato in Sudamerica, ma non sarà l'ultimo.
Gaston, il libro del nostro Torneo di lettura parla anche di cibo e
cucina. Alla televisione e sul web il cibo, la cucina e le ricette
impazzano. Perché, secondo te, il cibo la cucina in quest'epoca di crisi
sono così importanti?
Si è cominciato accorgendosi che il cibo e' un veicolo di cultura
(storia, geografia, folklore, scienze etc.) di certo il più completo e
gratificante, perché soddisfa tutti e cinque i sensi (anche l'udito, si'!)
e può essere 'assaporato' tutti i giorni. La scoperta del mondo e' stata
anche una scoperta di alimenti, il cibo e' stato occasione di incontri tra
popoli diversi: se con le armi si è fatta la guerra con i pranzi si
stringono ancora oggi patti ed alleanze politico-commerciali. La cucina,
il cibo, sono fonte di rassicurazione, testimonianza di affetto e di
disponibilità, dunque ottimi elementi per contrastare la paura della
crisi, per confortarci nei momenti in cui si indebolisce la visione
positiva del futuro. Mangiare infonde benessere e quindi aiuta
l'ottimismo. Tuttavia non mi piace la spettacolarizzazione della cucina e
soprattutto la sua trasformazione in competizione, in una ricerca
esasperata della performance. Mi pare che non si sposi con la
consapevolezza del valore culturale e sociale del cibo, della fitta rete
di relazioni e di storie che sottende. Ciò impoverisce il valore più
importante dell'arte culinaria, la condivisione di ciò che si mangia, che
è la più sincera fonte di piacere di un buon pranzo. I peruviani hanno
una parola perfetta per esprimere questo spirito conviviale: la 'sobremesa'',
che è il piacere della conversazione del dopo tavola.
Tra i libri che hai scritto qual è quello di maggior successo e perché?
Qual è il libro che ti racconta meglio?
Spero che mi crediate se dico che non so quale sia stato il mio libro di
maggior successo. Sono troppo pigra per fare i conti delle vendite nel
corso degli anni. Il libro che mi racconta meglio e' 'Non chiamatela
Crudelia Demon', dove c'è molta della mia inquietudine giovanile e del
mio desiderio di trovare maestri di vita.
Da anni incontri bambini e ragazzi per presentare i tuoi libri e da
poco, e ti facciamo i migliori auguri, sei diventata nonna. Come sono,
secondo Anna Lavatelli i bambini e i ragazzi di oggi, come sono cambiati
negli ultimi anni, di cosa hanno bisogno per crescere e vivere sereni?
I bambini di oggi sono nativi digitali: credo che per la prima volta dopo
l'invenzione della scrittura si sia aperta questa nuova linea divisoria
tra chi trova naturale maneggiare un computer, un cellulare o un IPod e
chi invece si sente analfabeta digitale nell'avvicinarsi a questi
linguaggi. Un bambino, quindi, può diventare il nostro maestro perché ne
sa intuitivamente più di noi. E siccome lo sa, vive e sente questo
vantaggio anche come una superiorità tour-court. Ma la psicologia
infantile non cambia, e per tornare a una delle domande precedenti, il
bambino di oggi e' ancora un Pinocchio che vuole crescere ma scappa dalle
sue responsabilità, buono di cuore ma anche instabile e facile preda di
strumentalizzazioni, bisognoso di affetto ma capriccioso, capace di grandi
slanci e di generosità ma dominato dal principio del piacere. La sfera
psicologica non cambia, cambiano solo gli ambienti e le sollecitazioni, il
contesto insomma. E tutto sta nella capacità di cogliere l'essenza
universale dell'infanzia con una storia. Ecco perché Tom Sawyer e'
personaggio immortale e l'Enrico di De Amicis o il Cipollino di Rodari
molto, molto meno.
Qual è il tuo consiglio più importante per i nonni che ci aiutano a
scuola con i nostri alunni?
Essere consapevoli che la loro esperienza di vita aiuta i giovani a
crescere e a fermarsi.
Conosci la scuola pubblica italiana e suoi docenti. Come sono secondo
te?
La scuola pubblica continua ad essere migliore di quella privata, questo
e' sicuro. Difficile invece dare un giudizio sui docenti, credo che in
generale siano meglio preparati rispetto alla 'vecchia guardia', con
lauree e master e corsi di aggiornamento. Ma certo, come in tutte le
professioni, ci sono eccellenze e inadeguatezze, soprattutto nel rapporto
educativo con gli studenti. E' sempre stato così: se ognuno di noi
ripensa ai suoi insegnanti lo può testimoniare. Se è difficile
selezionare ingegneri o cuochi, e' ancora più difficile selezionare
insegnanti. Gli ultimi concorsi ci dimostrano che ancora non si sa come
scoprire chi abbia la 'stoffa' per insegnare, visto che si ricorre ancora
al nozionismo di antica memoria per valutare le competenze.
E la scuola pubblica italiana oggi di cosa ha bisogno prima di tutto?
Passione, passione, e ancora passione.
Cosa stai scrivendo? A quando il tuo prossimo libro?
Non sto scrivendo nulla, sono in fase di ricerca di un soggetto che mi si
presenti con forza e che mi conquisti. Il mio prossimo libro esce per la
fiera di Bologna ed è un breve racconto per bambini piccoli. Si intitola
'Macarena Tricipites e il circo dei Due Mondi'.
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