Incontro con la scrittrice SIBYLLE KRULL |
Vincitrice
della sez. "Narrativa 13 - 16 anni" del Premio Nazionale di
Letteratura per ragazzi |
Chi
è Sibylle Krüll? Sono una… come si potrebbe dire, “tedescaliana”? O magari “italesca”?
Voglio dire: oggi mi sento più o meno metà tedesca, metà italiana. E dopo il diploma di maturità, sono venuta a
Roma “in prova”. Avrei dovuto fare la ragazza alla pari per un anno.
Un po’ per volta, mi sono fidanzata, ho affittato una casa, mi sono
iscritta alla facoltà di psicologia – e non me ne sono mai più andata.
Perchè
scrivi? Sono tanto presuntuosa da pensare di avere
qualcosa da dire, di avere dei messaggi da trasmettere agli altri. Nel
caso di Oltre la porta nera questo messaggio potrebbe essere riassunto così:
i detenuti non sono soltanto delinquenti, ma anche padri, mariti, persone
guidate da emozioni, pensieri e ideali. Da
dove trai ispirazione? Purtroppo, non posseggo una fantasia
sconfinata come ad esempio J.K. Rowling (Harry
Potter) o Cornelia Funke (Cuore
d’inchiostro), quindi sono costretta a trarre ispirazione dalla
realtà per raccontare una storia. Vivo costantemente con le antenne
alzate per raccogliere situazioni, dialoghi e personaggi – dei pezzetti
di vita reale. Per fare un esempio, il personaggio di Uiui, è ispirato a
un mio compagno di classe delle medie. Ho semplicemente descritto quel
ragazzo che conoscevo in Germania trent’anni fa e ho immaginato come si
sarebbe comportato nel gruppo di Luca a San Basilio ai giorni d’oggi. Preferisci
la scrittura o altre forme di espressione? Mi piace anche ballare la salsa cubana o
coltivare le verdure nei vasi del mio balcone, ma sì, la mia principale
forma d’espressione è la scrittura. Ho cominciato a scrivere lettere a
undici anni, prima a uno zio, poi a molte altre persone. Preferisci
il testo in prosa o la poesia? Come lettura preferisco la narrativa
complessa, coinvolgente, autentica che sviscera i sentimenti e i dettagli
– di solito libri grossi come mattoni. Quando trovo questo “mio
genere” sprofondo in quel mondo, uso ogni minuto libero per leggere e mi
consumo gli occhi la notte. Nei
tuoi incontri nelle scuole cosa ti diverte di più? Veramente, questa è la prima volta che
faccio questo tipo di incontri. Sono molto curiosa di vedere in che modo
mi divertirò. Che
giudizio dai degli insegnanti che hai incontrato? Da cinque mesi, anch’io sto insegnando a
degli adolescenti in una scuola privata. A ogni lezione sperimento quanto
sia difficile fare questo lavoro. Quindi, l’unico giudizio che mi sento
di dare è questo: sono da ammirare tutti gli insegnanti che, a dispetto
di uno stipendio inadeguato e di soddisfazioni alquanto rare, svolgono il
proprio lavoro con impegno e affetto per i ragazzi. I
ragazzi di oggi chi sono, cosa vogliono e la scuola come dovrebbe essere
per coinvolgerli? Nonostante tutta la nuova tecnologia e
l’informazione globale a disposizione dei ragazzi di oggi, non credo
siano diversi o vogliano cose diverse da quello che eravamo o volevamo noi
della mia generazione. I bisogni fisici, psicologici e relazionali degli
esseri umani sono sempre gli stessi. Qual
è il tuo rapporto con la televisione? La guardo, ma sono piuttosto selettiva; evito gran parte dei programmi tv. Per esempio, non sopporto le trasmissioni in cui tutti urlano e i reality-show mi annoiano terribilmente – portano quel titolo, ma non hanno niente a ché vedere con la realtà. Attualmente, seguo I Cesaroni e saltuariamente guardo dei talk-show come L’era glaciale. Poi, naturalmente vedo dei film, a patto che abbiano una storia interessante e possibilmente un happy end – sono un’inguaribile romantica e, almeno in un mondo virtuale, voglio che le storie finiscano bene! |