INTERVISTE...D'AUTORE

Curiosità, momenti di vita, pensieri ed attività degli autori ospiti nella Bibliomediateca di Bella e nelle scuole della rete

a cura di Mario Coviello - Dirigente dell'I.C. di Bella


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Intervista ad ANGELA FRENO

L’ISTITUTO COMPRENSIVO DI BELLA  NEL CASTELLO DI LAGOPESOLE PER “OTTOBRE PIOVONO LIBRI”

Un altro grande e  gradito riconoscimento per l’Istituto Comprensivo di Bella e la sua azione di promozione della lettura di qualità.

Venerdì 29 ottobre 2010, alle ore 9,30,nel castello di Lagopesole, nell’ambito della  grande manifestazione “ Ottobre piovono libri”, il professor Livio Sossi, ordinario di letteratura per l’infanzia dell’Università di Udine,  ha presentato il libro di Angela Freno, illustrato da  Simona  Ciaraulo ,“Che bello quando”, edizioni Lavieri.

Che bello quando mi prepari la colazione...  - "presto mamma, è tardi!"// Quando mi aiuti a fare i compiti... - "non distrarti, mamma!"

Madre e figlia alla riscoperta del quotidiano tra le cose belle da fare insieme e quelle... ancor più belle! E’ questo che il libro illustrato racconta con grazia. Nella doppia pagina la bambina insiste nel sottolineare “  “Che bello quando mi accompagni a scuola” e la mamma che di corsa replica “ Ciao ci vediamo stasera”.La bambina è felice quando la mamma  le permette di aiutarla in cucina anche se la mamma insiste “ mescola, mescola…”.

Il libro è nato  durante il  corso di formazione sulla scrittura creativa che l’Istituto Comprensivo di Bella ha organizzato con il professor Livio Sossi nella sua bibliomediateca per gli insegnanti delle dieci scuole che partecipano, da tre anni, ad un Torneo di lettura che coinvolge oltre mille alunni della scuola elementare media e superiori delle provincie di Potenza e  Matera.

Angela Freno (Reggio Calabria, 1968), laureata in Lettere e Filosofia presso l’Università di Bologna, è docente nella Scuola dell’Infanzia presso l’I.C. di Bella (PZ), dove vive con la sua famiglia. Si è avvicinata alla scrittura per l’infanzia per necessità didattiche, proseguendo poi la sua ricerca. Questa è la sua seconda pubblicazione. Alla presentazione del libro  era presente l’assessore regionale alla Formazione dottoressa Mastrosimone  con  i responsabili del Dipartimento Cultura dottori Durante e Claps.  Un centinaio di alunni ed insegnanti delle scuole elementari  e dell’infanzia di Bella,  San Cataldo, Rionero e Miglionico che hanno ascoltato la storia della piccola Francesca  protagonista del libro e una canzone cantata e suonata da Angela Freno con il marito Enzo Izzi e le due figlie.

All’autrice abbiamo rivolto alcune domande.

  • Chi è Angela Freno?

Prima di tutto sono una persona che vive una quotidianità serena e ricca di affetti, non priva però di paure e di incertezze che derivano dal mio pessimo carattere. Vivo con intensità e passione tutto quello che la vita mi offre ed il mio desiderio è quello di non perderne mai la consapevolezza.

  • Perché scrive ? Come nasce in te l’ispirazione ?

La scrittura è uno di quei sogni inconsci tenuti nel cassetto che son riuscita a tirar fuori grazie alla disinibizione che ha sortito in me  la nascita delle mie bambine. Non ho mai pensato di scrivere per gli altri. Nella mia adolescenza ho riempito decine e decine di diari che puntualmente ho buttato nella spazzatura perché avevano una funzione puramente terapeutica. Le mie figlie sono state esploratrici con me di un mondo di albi e libri di cui io ignoravo l’esistenza. In seguito ho iniziato a scrivere canzoncine e filastrocche da musicare e, assecondando la mia indole prevalente che è quella di essere una musicista, l’uso strumentale della musica e del testo a fini puramente didattici si è canalizzato in una forma di comunicazione e di espressione affine al mio modo di essere e di sentire. A detta di alcuni colleghi musicisti avrei ” asservito” i miei lunghi e pesanti anni di studio di strumento e di composizione a semplici e scontate musichette per bambini, ma contesto vivamente questa posizione: lavorare per e con i bambini è un passaggio privilegiato che tutti gli artisti e gli insegnanti dovrebbero percorrere per crescere come insegnanti e come persone e per valutare meglio la bontà della propria impostazione “ideologica” e metodologica  e/o l’erronea visione preconcetta basata sull’equazione  bambino uguale semplice e facile. Parlare di ispirazione mi sembra azzardato, a meno che per ispirazione non s’intenda lo stimolo e la motivazione che gli stessi bambini offrono con i loro vissuti e la loro visione del mondo.

  • Come giudicano le tue bambine i tuoi libri ?

Non reagiscono allo stesso modo. La grande mi è più complice: abbiamo fatte insieme le prime scoperte le nel mondo della lettura per  l’infanzia e quando mi accingo a scrivere qualcosa a lei chiedo consiglio e nelle sue reazioni cerco di leggere quelle che potrebbero avere gli ipotetici piccoli fruitori del testo. La piccola invece vorrebbe che il rapporto con la sua mamma fosse esclusivo, ed in particolare il libro edito con il titolo “Che bello quando…” lo sente così vicino al suo vissuto che ne è gelosa ed infastidita. Mi chiedo quando cresceranno le mie bambine se sarò capace di scrivere ancora per i bambini. Cioè è nato prima l’uovo o la gallina: è nata prima la passione per il mondo del’infanzia  e poi la scrittura o viceversa?

  • Da musicista e scrittrice qual’ è il rapporto tra musica, canto e scrittura?

L’arte è il prodotto tangibile del bisogno di comunicare e di esprimersi in modo immediato senza reti di protezione: la sincerità di questa comunicazione senza filtri culturali appartiene in egual misura al mondo della musica e a quello della scrittura ed il canto ne costituisce un ponte, un anello di congiunzione, un prodotto/esperienza multimediale. Inoltre  la parola intesa  come suono che significa per se stesso è un topos sia del canto che della scrittura.

  • Una domanda alla madre di due splendide bambine Giovanna e Francesca : E’ difficile essere una madre oggi ?. Di che cosa hanno bisogno le giovani generazioni ?

Non sono molto razionale nell’educazione, o meglio non lo sono come vorrei. Seguo l’istinto sperando di sbagliare il meno possibile. Non mi so giudicare, lo faranno Francesca e Maria Giovanna da grandi.  Cerco di essere una mamma presente, di vivere con loro i momenti più importanti e di comprendere cosa sia per loro veramente importante. Cerco di rimuovere  Il senso di colpa che è lì in agguato quando per motivi di lavoro non posso vivere momenti della giornata per loro irrinunciabili. Per esempio loro aspettano con ansia il  momento del gioco insiem: dicono che sia più bello giocare quando io lo faccio con loro. Forse non bisogna chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a queste richieste. Mi chiedo delle volte fino a che punto il tempo da dedicare ai figli sia un lusso per pochi, scusa per non trovarlo mai, o sia un’opportunità da costruire e da programmare puntualmente, da volere fortemente per rinsaldare rapporti  e rafforzare legami. Uno slogan che rivolgerei alle nuove generazioni e alle istituzioni preposte alla loro formazione ed educazione potrebbe essere: cerchiamo la bellezza e rapporti umani veri e profondi.

  • Da insegnate di scuola dell’infanzia e da maestra di pianoforte : Dove sta andando la scuola pubblica a tuo parere ? Di che cosa ha bisogno per svolgere la sua missione ?

Credo fortemente nel valore intrinseco della musica e della educazione alla e con la musica. A tutti i livelli scolastici, a tutti i livelli sociali, a tutti i livelli di competenza. Fare musica può costituire un’arma innocente, un baluardo contro la bruttura e il piattume che ci inondano e ci soffocano. La musica è respiro: nel ritmo del respiro c’è la vita. Ecco perché per me la musica è vitale e costituisce un diritto universale. Bisognerebbe emulare modelli europei in cui non esistono discipline e conoscenze  di serie A e di serie ;, tutto, se opportunamente usato può concorrere alla formazione dell’individuo, alla costruzione della sua identità all’interno di una comunità. La logica che regola la vita pubblica è lontana dalla ricerca del bene comune, ma la scuola, che siamo “NOI” insegnanti-famiglie- territorio, può e deve farsi carico di una sfida: edificare mattone dopo mattone una società che aspiri alla conoscenza come ricchezza unica e irrinunciabile.

  • So che stai già preparando un altro libro. Di che cosa tratta ?

Si. Sto prendendo coraggio e sto provando a scrivere delle cose tra cui un breve racconto in cui il bambino/lettore è invitato ad una specie di indovinello la cui soluzione si trova verso la fine. Detto in poche parole si parla di un animaletto che cerca di realizzare un gioco dall’alto di un ramo di un albero. Scoprirà che i tentativi di portare a termine questo gioco falliscono perché ha bisogno della collaborazione e della compagnia di altri animaletti che diventeranno  suoi amici. Ho cercato di costruire una struttura narrativa, seppur semplice, entro cui collocare sequenze all’apparenza ripetitive ma con micro varianti che fanno evolvere la storia.

Oggi i computer sono diventati così popolari che molte persone li preferiscono ad un buon libro. Per molti addirittura la lettura è considerata più un obbligo che un piacere. Coloro che conoscono la grande gioia che proviene dalla lettura hanno vite più ricche e prospettive più ampie rispetto a chi non ama leggere.“Incontrare” un buon libro è come incontrare un grande insegnante. In un’intervista,  Alain Elkann, scrittore e giornalista, ha detto: “Chi ha letto dei libri e ha il gusto della lettura certamente si trova meglio di chi non li ha letti, perché leggere libri è come laurearsi continuamente, come continuare ad andare avanti, a studiare, a conoscere, nulla ti insegna più dei libri.” E’ anche per questo che abbiamo partecipato  il 29 e 30 ottobre 2010  nel castello di Lagopesole   a   “Ottobre piovono libri.

Bella, 22 ottobre 2010