INTERVISTE...D'AUTORE
Curiosità,
momenti di vita, pensieri ed attività degli autori ospiti nella
Bibliomediateca di Bella e nelle scuole della rete |
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Incontro con ANTONIO FERRARA |
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Antonio
Ferrara ,
autore e illustratore di numerosi libri per ragazzi,
venerdì 13 aprile sarà
nelle scuole in rete per la promozione della lettura di Muro Lucano, Liceo
Scientifico, Pescopagano, Istituto Professionale, Bella, Istituto
Comprensivo e sabato 14 aprile, alle 9,30, incontrerà i ragazzi della
scuola media “ Luigi La Vista” di Potenza. Ha scritto e illustrato una
cinquantina di libri trai quali ricordiamo Pane
arabo a merenda, A
braccia aperte, Falzea; Puzzillo gatto gentiluomo, Come
i pini di Ramallah, I
suoni che non ho mai sentito, Fatatrac; La
vita al centro, Mondadori; Ulivi,
Perché, Il sentiero e l’albero, Tolbà; Anguilla,
Salani. È
nato a Portici, vicino a Napoli, nel 1957 e vive a Novara con sua moglie
Marianna, sua figlia Martina e coi gatti Simba e Minou. Ha
compiuto studi artistici e ha lavorato per sette anni presso una comunità
alloggio per minori, dove ha imparato a frequentare i sogni dei bambini e
a non prendersi mai troppo sul serio. Tiene laboratori di illustrazione e
scrittura creativa per ragazzi e per adulti presso scuole, biblioteche,
librerie, associazioni culturali e case circondariali. Se gli chiedete
perché scrive racconti per bambini, "Per risarcirli", vi
risponderà. Ecco le sue risposte ad una nostra intervista: |
Chi
è Antonio Ferrara? Uno che fa lo scrittore e l'illustratore. È nato prima l’illustratore, anche se almeno in quest’ultimo periodo ha decisamente preso il sopravvento lo scrittore. Niente zampino del caso, piuttosto incontri formidabili, come quello con una bravissima prof di lettere in prima media, a Napoli, che mi lasciava sempre illustrare i temi in classe. Fare lo scrittore era il suo sogno sin da bambino oppure è stata una scelta successiva, da adulto? |
Diciamo
che da bambino preferivo disegnare. Infatti nei temi d’italiano in una
colonna scrivevo e nell’altra mi divertivo a disegnare. Nonostante ciò
la professoressa me lo concedeva, a patto che impiegassi almeno una delle
due ore per il testo, per poi passare alle illustrazioni. Quando ho deciso
di pubblicare il mio primo libro, intitolato Puzzillo,
gatto gentiluomo, avevo mandato alla casa editrice solo le
illustrazioni. In seguito, quando mi hanno contattato chiedendomi di
inviare entro pochi giorni il testo, mi sono trovato in grande difficoltà,
costretto a buttar giù la storia in un fine settimana. Quando
è nata la sua passione per la scrittura?
Se
dovessi indicare delle cause, o forse degli ingredienti, direi Urgenza,
Ossessione, Passione (dalla parte sanguigna e irrazionale) e, dalla parte
razionale, Disciplina. Scrivo per ragazzi perchè è molto più difficile,
non essendo un ragazzo quello che scrive. E poi per provare a fornire ai
ragazzi gli strumenti per nominare le proprie emozioni. Che
significato ha la frase del suo libro
“Anguilla” :“Il brutto di chi scrive non è quello che scrive
ma quello che cancella”? Dico
questo perché nel periodo di stesura ho eliminato molte parti, seguendo
il consiglio di amici o parenti a cui avevo sottoposto il testo. È più
quello che butto che quello che resta, perché lo scrittore deve
cancellare le parti che non interessano del libro e deve saper
“distillare” la scrittura. Anzi, consiglio di badare sempre alla
revisione del testo, è un’operazione importante. Quando
era ragazzo, qualcuno l’ ha immaginata da grande? Si, la mia prof. di
italiano aveva capito che sarei diventato uno scrittore e un illustratore
perché le consegnavo i compiti in classe con i miei disegni e collage e
lei non mi sgridava ma mi incoraggiava. Quanto ha sognato me da grande! Lei
sogna? Certo!
Io sogno ad occhi aperti. Secondo me, lo scrittore deve avere i piedi per
terra e la testa fra le nuvole. L’adolescente sogna come lo scrittore.
Uno dei miei desideri, per citare Gianni Rodari, è quello di
“conservare sempre almeno un orecchio acerbo”. Quale
tra i tuoi libri preferisce e perché? Beh,
io sono molto affezionato al libro che ho dedicato al mio gatto “
Puzzillo,gatto gentiluomo “ perché è stato il libro con il quale ho
iniziato la mia avventura di scrittore, ma devo ammettere che il mio
ultimo libro “ Ero cattivo” mi piace molto, soprattutto perché racconta
la mia passata esperienza in una comunità per minori dove contribuivo a
dare un senso alla vita dei
ragazzi con i miei laboratori di disegno. Il libro è tratto da una storia
vera e finalmente sono riuscito a raccontare la mia esperienza di
educatore. Negli altri libri vi avevo solo accennato. Questo libro segna
anche l’inizio di un mio nuovo stile di scrittura: prima ero più
poetico, ora uso dialoghi e un linguaggio più autentico. Sei
anche illustratore dei tuoi libri e di quelli di altri. Cosa rappresenta
per te la capacità di disegnare, illustrare, raccontare con le immagini? Qual
è potenza della letteratura? La letteratura ha la
capacità di farci vivere altre vite. Come diceva Pessoa: ‘La
letteratura è la dimostrazione che la vita non basta’ ”. Cosa
ne pensa del razzismo, di cui parli molto nei tuoi libri? Faccio
un esempio :in “ Anguilla” racconto
Il 90% dei carcerati sono extracomunitari e come tali vengono
spesso isolati e maltrattati psicologicamente. Il segreto di questo libro
è stato ridurre la trama e concentrarsi sul linguaggio per riuscire a
rappresentare i pensieri di coloro che non sono liberi. Che
idea hai del conflitto tra Islam e Occidente trattato anche dalla
Fallaci? Io
penso che Oriana Fallaci sia stata una bravissima giornalista e
scrittrice, ma credo anche che sia stata troppo polemica nei confronti
della religione musulmana e del mondo in genere. Sei
stato anche educatore e conosci il mondo della scuola per i tuoi incontri
con i giovani. Come vedi i giovani di oggi? Di cosa hanno bisogno?La
scuola pubblica italiana come deve attrezzarsi per rispondere alle loro
esigenze? Il
tuo ultimo grande successo è “ Ero cattivo”, Rizzoli
editore,finalista al premio Andersen 2012. Perché non proprio
tutto va bene nella storia che racconti in
“Ero cattivo “? Perché voglio scrivere
la realtà e noi abbiamo bisogno di persone fragili in cui immedesimarci.
Come Padre Costantino, non mi sento un mago che risolve ogni cosa. |