INTERVISTE...D'AUTORE
Curiosità,
momenti di vita, pensieri ed attività degli autori ospiti nella
Bibliomediateca di Bella e nelle scuole della rete |
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Incontro con EMANUELA DA ROS |
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Emanuela
Da Ros con Odio la matematica, Nuove Edizioni Romane,
sarà nelle scuole di Bella, San Fele, Rionero, Filiano e Baragiano nei
giorni 27, 28 e 29 febbraio 2012. |
Emanuela
Da Ros nata a Vittorio Veneto il 24 dicembre 1959 è una giornalista,
docente e scrittrice italiana, specializzata in libri per ragazzi. Dopo
il conseguimento della laurea in Storia dell’Arte bizantina presso
l'Università di Padova, Emanuela Da Ros si dedica all’insegnamento (è
docente di Italiano e Storia presso una scuola superiore di Vittorio
Veneto) e contemporaneamente al giornalismo (dal 1997 è iscritta
all’Albo dei Giornalisti del Veneto). Il
suo esordio nel mondo della letteratura per ragazzi avviene nel 2000
quando, a Bologna, nell’ambito della Fiera internazionale del Libro per
Ragazzi, vince il premio Pippi Calzelunghe nella sezione inediti . L’anno
successivo Feltrinelli pubblica Il
giornalino Larry, tradotto in Germania da Dressler Verlag nel 2004. È
attualmente la direttrice del giornale Quindicinale e del quotidiano
online oggitreviso.it. Ha due figli: Stefania e Umberto. Abbiamo
rivolto alla scrittrice alcune domande. Ecco le sue risposte: “Caro
Mario (bando alle formalità!), sono felice del tuo giudizio sul libro. Ne
sono lusingata. |
Emanuela
Da Ros. Sono una donna in bilico tra tanti, forse troppi, impegni. Tra
tante, forse troppe, occupazioni. Da vent'anni insegno in una scuola
superiore (un tecnico alberghiero); da vent'anni faccio la giornalista; da
vent'anni sono mamma; da dieci anni (più o meno) scrivo libri per
ragazzi. Non dovrei dire che l'attività di autrice è quella che mi dà
più soddisfazioni, ma scrivere per ragazzi (oltre a cercare di fare la
mamma senza troppi sensi di colpa) è forse l'attività che vivo con
maggiore intensità, emozione, appagamento. Mentre dichiaro questo, in
realtà, penso che anche la professione dell'insegnante e della
giornalista mi coinvolgono moltissimo. Adoro stare con i ragazzi (i miei
allievi sono adolescenti) e non riuscirei a stare lontana da questa
bistrattatissima scuola senza sentirmi...vuota. Sto scrivendo un po' a
braccio senza dare di me quelle indicazioni biografiche che magari tu
cercavi e che ti allego in calce. Il fatto è che la tua domanda mi spinge
a guardarmi dentro. E osservandomi mi vedo sì in perenne movimento, in
costante divagare tra un'occupazione e l'altra ma vedo anche una donna che
ama davvero tutto quello che fa. Anche quando (succede spesso!) pensa di
farlo in modo inadeguato. Perchè
scrivi? Perché
scrivo. Scrivo perché ne ho bisogno. Perché lo scrivere - col tempo - è
diventato il mio modo privilegiato di comunicare. Scrivo perché scrivere
mi diverte. Mi aiuta a superare le difficoltà, a fare chiarezza nelle
esperienze, nel mio stato d'animo. Scrivo perché trovo che la mia catarsi
sia mettere nero su bianco pensiero e emozione, commozione, sdegno,
felicità... Scrivo perché ho scoperto che qualcuno che mi legge con
piacere. Non è vero che chi scrive lo fa solo per se stesso: ciascuno di
noi ha la necessità di trovare in altri condivisione, sostegno, amicizia,
affetto, corrispondenza di sensazioni (tanto per parafrasare Foscolo).
Sono convinta che, nonostante il bieco spirito individualistico che a
volte qualche personaggio ostenta, troviamo felicità e pienezza solo
nell'incontro con gli altri. Pur dentro i nostri appartamenti-scatole, pur
dentro le nostre esistenze a volte pre-confezionate siamo "animali
sociali". La reciprocità, i rapporti autentici sono le mete a cui
non possiamo abdicare se vogliamo continuare a vivere. e a evolvere. A
che tipo di storie preferisci dedicarti? Storie
umoristiche, storie che facciano sorridere e che non siano troppo lontane
dalla realtà, ma nemmeno dalla fantasia. Storie in cui ci si possa
riconoscere e ritrovare, per scoprirsi un po’ diversi da come a volte si
crede di essere. Ci
racconti quando scrivi, il tuo tavolo da lavoro, e se preferisce la carta
o il pc? Scrivo
quando posso, negli attimi in cui mi viene il bisogno o la voglia
impellente di scrivere per scrivere. Non scrivo quanto vorrei. O meglio:
non dedico alla scrittura creativa il tempo che vorrei che avesse: un
tempo che dilata il mio tempo quotidiano, la mia giornata. Ci
sono delle consuetudini, situazioni o atmosfere che cerchi di ritrovare o
ricreare perché aiutano il suo processo creativo? No.
Non esattamente. Ma mi piace scrivere in penombra, magari con qualche
candelina accesa intorno. Pure in agosto! Ha
mai sognato il personaggio di una delle sue storie dopo averlo inventato? No.
Ma l’ho amato. Fa lo stesso? Sei
scrittrice, insegnante,giornalista,madre come riesci a conciliare tutto
questo ? Dove riesci meglio?Quale di questi aspetti di Te preferisci? Come
riesco a conciliare i miei lavori svariati? Forse, in parte, ho già
risposto a questa domanda. Riesco a stare in equilibrio tra tanti impegni
perché ogni attività mi gratifica, perché ognuno di questi impegni per
me ha valore. Anche quando la fatica s'insinua più o meno latente in
quello che faccio. Anche quando avverto che il mio lavoro non è capito.
Anche quando ricevo delle delusioni, che sono inevitabili... Vivi
tra gli adolescenti e i giovani. Secondo te come sono, di che cosa vivono?
Di cosa hanno bisogno? I
ragazzi. I ragazzi sono fonte di vita. Sembra retorico, lo so. Ma io lo
penso davvero! Con alcuni alunni (pochi, per fortuna...altrimenti mi
sentirei molto triste/frustrata) non ho un buon rapporto: sento la
loro diffidenza, la loro chiusura. E faticosamente ripeto a me stessa che
simpatia e empatia non possono dilagare...Ma io amo gli adolescenti:
fragili, insicuri, poveri di mete, di valori, di obiettivi...perché sono
stati privati da una società banale più che brutale di punti di
riferimento importanti. Ma i ragazzi hanno una forza sorprendente.
Sopratutto prima di diventare "adulti" riescono a cogliere e
intuire la bellezza della vita, senza le infrastrutture mentali che poi
imprigionano, omologano la maggior parte dei "grandi". Tra
i libri che hai scritto quale è quello che ti ha dato maggiori
soddisfazioni, quello che preferisci? I
miei libri. Li amo tutti: potrei non farlo? In ogni libro che ho scritto
c'è un po' di me. delle esperienze fatte o mutuate attraverso i racconti
degli altri. Amo il primo libro Il
Giornalino Larry perché mi ha aperto la strada del mondo
dell'editoria. Ma sono davvero affezionata a tutti. Anche a Odio
la matematica! Come
si fa per aiutare i giovani ad amare la lettura? La
lettura si ama leggendo. Sopratutto ciò che ci piace in un determinato
momento. Faccio miei i dieci imprescrittibili diritti del lettore di
Daniel Pennac. Sei
un'insegnante. Secondo te quale è lo stato della scuola pubblica italiana
? Di cosa ha maggiormente bisogno? La
scuola italiana? E' allo sbando. Burocratizzata e svuotata di energia, di
consapevolezza del suo valore. La scuola ha bisogno di risorse,
finanziamenti, di adeguarsi ai tempi che viviamo, di contatti/contrasti
con la realtà che scorre fuori dalle aule. Gli insegnanti in genere sono
bravi. Sono appassionati, ma la loro passione è costante inibita,
bloccata. Ah! La scuola ha bisogno di libertà! Di respirare. E gli
insegnanti hanno bisogno di sentire che il loro ruolo non è accessorio,
ma indispensabile (qual è in effetti). In
questo 2012 dello spread,della crisi, del governo tecnico, come possiamo
aprirci alla speranza? Speranza.
Possiamo aprirci alla speranza credendo in quello che facciamo. Non
facendoci imbrigliare in luoghi comuni. Sforzandoci di essere quello che
siamo, senza condizionamenti. Non è (solo) la crisi economica a farmi
paura personalmente. E' la crisi etica. E pure estetica. Il fatto di
essere impermeabili ai cambiamenti. Inevitabili come le delusioni a cui
accennavo. Eppure importanti, indispensabili. Ineluttabili (per fortuna) Stai
scrivendo un nuovo libro? Ce ne vuoi parlare ?. Ho
delle idee per un nuovo libro. Ma sono vaghe. Spero di metterle a fuoco
presto, ma è...presto per parlarne. C’è
qualcosa che vorrebbe lasciar detto in questa intervista? Alcuni
affermano che la letteratura per i ragazzi è di serie B. Cosa rispondere
a chi la pensa così? Se
è di serie B, la serie B è bellissima! Bella, 17 febbraio 2012 |