Incontro con lo scrittore LUCIANO COMIDA |
È arrivato alla stazione di Bella
Muro con quasi due ore di ritardo, ma non aveva perso il suo sorriso
sapiente. Ci ha guardato con i suoi occhi
buoni e non ha voluto mollare i libri di teologia che aveva letto nelle 12
ore di viaggio da Trieste. Colpisce subito per la barba quasi
bianca, lunga e folta, che gli incornicia il viso. Appare diverso dalla
foto del suo blog e da quella della copertina del mensile Rolling Stones,
e quando glielo faccio notare, mi dice che la foto è di “dodici chili
fa”. In macchina ci chiede una cintura
per i pantaloni, che la moglie ha dimenticato di mettergli in valigia e,
nonostante la stanchezza e la tosse che lo tormenta, rimane incantato
dalle luci di Muro Lucano, dalla sede vescovile, dal centro storico e dal
quartiere di San Gerardo Maiella. A cena, al ristorante albergo “Le
Colline”, che lo ospita, è orgoglioso di consegnarci gli ultimi numeri
di “Konrad”, il mensile del vivere naturale, che viene distribuito in
Trentino, Carnia, Slovenia, con una tiratura di 15.000 copie. Il mensile Konrad racconta Comida che ne è il direttore,
perché parla dei 7 operai arsi vivi nella strage della Tyssen Group di
Torino, del Popolo Birmano che lotta ogni giorno per la libertà e i
diritti, della storica caduta dei confini tra Italia e Slovenia. Lo scrittore si definisce “essere
umano non infallibile, che cerca di scoprire cosa è successo nel mondo,
spesso interrogando altre persone”. Durante la cena ci parla di Michele
Crismani, il protagonista dei suoi libri, che lo accompagna dal 1996.
Confessa subito che Michele Crismani è Luciano Comida adolescente, padre
in crisi per la fine del suo primo matrimonio che riallaccia i rapporti
con la figlia attraverso i tormenti del suo personaggio. Quando gli chiedo se Michele diventerà mai grande, mi
risponde: “Aspetto che me lo chieda, per il momento risponde ai suoi
lettori nel blog e si arrabbia quando le scuole invitano Luciano e non
lui. Proprio ieri ho annunciato di aver abbandonato Dylan Dog, che avevo
conosciuto nel 1986. L’ho seguito fedelmente per quasi un quarto di
secolo, senza mai perdere un’uscita, leggendo tutti i numeri della serie
regolare (oltre 250, gli speciali, i maxi, i supplementi, gli extra),
scrivendo articoli sul personaggio e sul suo ciclo, facendo qualche
conferenza su di lui, utilizzandolo nella copertina del primo romanzo col
mio Michele Crismani. Ma adesso basta. Da troppi anni si trascina
stancamente, con storie sempre più banali e ripetitive. Il numero uscito
un paio di giorni fa l'ho lasciato sugli scaffali dell'edicola. E' durata
ventidue anni”. Buon lavoro e grazie di essere qui.
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