E’
stato, con le oltre 500 puntate dell’Albero Azzurro, uno degli autori
più significativi della televisione per i ragazzi. Bucava il video mentre
raccontava a tutti i bambini d’Italia incollati davanti alla televisione
le sue storie. Ed ora è qui, davanti a me con il suo sorriso aperto, gli
occhi chiari, le mani che raccontano il gusto di creare.
A
bruciapelo la prima domanda. “Chi è Claudio Cavalli?“, e dopo un
attimo d’esitazione incomincia a raccontare.
Parla
dei suoi studi di filosofia del suo primo e unico anno d’insegnamento,
della sua ricerca di innovazione educativa. “ Per molti anni ho
lavorato a Milano e nella sua provincia; ho girato con la mia
compagnia di teatro per i ragazzi, inventavo storie, scenografie, sempre
alla ricerca di avventure di conoscenza.
Per
caso ho cominciato a lavorare per la televisione e per alcuni anni l’Albero
Azzurro è stato parte della mia vita. Ho lavorato nel cinema, anche con
il Piccolo Teatro e non ho mai smesso di raccontare storie. Mi piaceva
osservare la vita dei bambini e su di loro, con loro protagonisti,
raccontare, con brevi filmati. Sono stato un antesignano dei corti che
oggi vanno tanto di moda, raccontavo la loro voglia di conoscere il
mondo.
Oggi
cerco di avvicinare bambini e ragazzi ai capolavori della pittura. Con
mia moglie, l’attrice Lucietta Godi, esperta di poesia, dopo aver
collaborato con musei in Italia e all’estero e con la
pinacoteca di Brera, allestendo mostre e percorsi di conoscenza per
piccoli e grandi utenti,dopo essermi divertito e aver incantato
con le mie scatole magiche, sto per aprire a Cesena un parco
tematico per avvicinare i bambini al mondo dell’arte.
E’
una grande impresa perché il parco occupa grandi stalle, una chiesa
sconsacrata e un’intera collina. Voglio far scoprire ai giovani con le
mie costruzioni i gustosi segreti delle opere d’arte, come la luce
cambia il significato delle opere d’arte. E’ un’opera unica nel
suo genere, nella quale l’arte del gioco diventa avventura di
conoscenza dell’arte di grandi maestri. Movimenti e generi, idee,
segreti e passioni sono i temi dei percorsi finalizzati ad avvicinare
bambini e ragazzi , insegnanti,operatori e famiglie ai capolavori della
pittura dal 1200 ad oggi.”
Dalla
passione che sento vibrare nelle sue parole nasce la seconda domanda. “Cavalli,
chi sono i giovani d’oggi?“
“Mi
apprezzano i “curiosi “-risponde Claudio -, quelli che sanno
cogliere le occasioni di scoprirsi e di inventarsi, quelli che hanno un
modo particolare di guardare, quelli che hanno lo sguardo sul mondo;
quelli che in un panorama sanno scorgere il passero che cinguetta
e sono capaci di godere la straordinarietà del quotidiano. I
giovani hanno dentro una domanda implicita di scoperta, di
meraviglia,di piccoli pezzi di un mondo che è eccezionale. I giovani
che amano gli intrighi, che vogliono scoprire manipolando. I giovani nel
loro profondo sono insoddisfatti del mercato che tende ad essere
autoreferenziale e crede di avere le risposte a tutte le domande. Non è
così e dalle mancate risposte nascono nei giovani vuoti, incubi,
marasmi. Il mercato delle immagini crede di saturare con la sua
offerta: per esempio con la televisione che oggi quando non
è banale è una schifezza. Perché quando raccontavamo storie
avevamo ascolto in televisione. Oggi tutto è mercificato.
Quando
incontro i giovani io racconto anche storie forti, esploro i loro vuoti,
li aiuto a riflettere sul presente”
E
subito la terza domanda. “Qual è il segreto del tuo successo?"
“Io
faccio sempre i conti con me stesso. Mi interrogo sulla vita e la morte,
sul bello e sul brutto. Di tutte le mie passioni sono permeate le mie
storie. La narrazione è il narratore. La passione mi mette in
comunicazione con gli altri. Mi nutro di una molteplicità di
mondi e culture, di poesia e amicizia, di dramma e di riso.
I
miei incontri diventano le mie passioni. Le mie passioni sono le mie
storie. Mi piace la poesia contenuta,sobria. Basta una piccola frase per
raccontare un mondo.
Quando
racconto ho sempre in testa Italo Calvino e la sua prima“Lezione
Americana”, quella che raccomanda la leggerezza.
Le
mie storie vogliono coltivare dentro i giovani la libertà. Ho sempre
cercato di coltivare dentro di me la libertà. Ho imparato a fare questo
nei miei lunghi anni in collegio, quando subivo i divieti e riuscivo a
rimanere libero dentro.
Mi
capita di incontrare dei papà che mi hanno fermato per strada,
dicendomi che non avevano dimenticato le storie che io avevo loro
raccontato quando erano adolescenti.
Mi
hanno detto: “Io quelle storie non le ho dimenticate. Oggi le racconto
alle mie bambine”.
L’ultima
domanda è sulle sue prime impressioni sulla Basilicata.
“Non
la conosco. Qualche anno fa, da Bari, ho visitato i sassi di Matera.
Ieri sera, a Barile, sono rimasto colpito dalla partecipazione e dalla
curiosità dei ragazzi. Mi è piaciuta la loro capacità di cogliere,
gustare l’occasione.
|