Incontro con MARIA LUISA ALBANO |
Docente di lingua e letteratura araba - Università di Enna |
5 domande in occasione della
presentazione del libro |
1) In qualità di docente di lingua e cultura araba ti occupi da anni dei processi di integrazione del popolo mussulmano in Italia. Dal tuo punto di vista a che punto siamo ? L'Italia, da paese di emigrati è divenuta terra di immigrazione. Ciò ha creato problematiche vere per quanto riguarda le politiche di integrazione. I fallimenti di grandi paesi come Francia e Inghilterra, per quanto riguarda i processi di integrazione, e la creazione di luoghi ghetto, come ad esempio Londonistan, impongono all'Italia uno sviluppo diverso delle politiche tese alla integrazione degli immigrati nel tessuto sociale. E' importante non cancellare l'identità islamica, le tradizioni e i retaggi culturali dei nostri immigrati pur favorendo una corretta conoscenza della cultura e delle tradizioni del paese ch eli ospita. E' essenziale agire sulle cosiddette 'seconde generazioni', vale a dire i figli di immigrati che sono nati e crescono nel nostro paese e ch edevono acquisire il difficle concetto della pluralità di appartenenza. Al momento ci sono varie iniziative al riguardo. Segnalo quella attivata dalla Università Kore di Enna, dove attualmente insegno Cultura Araba Contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche, che ha di recente siglato un accordo con la Unione degli Scrittori Arabi per la pubblicazione, in versione italiana, di 100 opere della letteratura araba contemporanea. Queste opere troveranno la loro distribuzione in scuole e centri culturali perchè anche le seconde generazioni abbiano la possibilità, nel proprio percorso formativo, di 'approcciare' la letteratura del proprio paese di origine. In tal modo la letteratura diviene uno strumento per la positivizzazione dei diritti. 2) La donna araba in Italia nel suo processo di integrazione quali difficoltà incontra e perchè ? 3) Hai raccontato nei tuoi libri "Il nuovo Iraq e il medio oriente", Cantagalli 2007 e " Jamil e Jamila", Sinnos 2005, il mondo arabo. Ce li vuoi presentare enucleandone le tematiche essenziali ? I libri che ho curato,
specialmente il saggio 'Il Nuovo Iraq' hanno avuto lo scopo di
dimostrare quanto il mondo islamico sia pluralista e non monolitico. Basti
pensare che il più grande paese islamico al mondo è l'Indonesia, dove vi
è una forma di democrazia impensabile, ad esempio, in Arabia Saudita.
Esiste anche un Islam d'Occidente, che è quello che costituisce il vero
retaggio dei nostri immigrati, e che, a sua volta, è diverso da tutte le
altre forme di Islam attuate nel mondo. E' importante questa riflessione,
proprio per attuare le politiche di integrazione a cui accennavamo prima. 4) Per avvicinare le giovani generazioni al mondo mussulmano durante i tuoi incontri nelle scuole utilizzi spesso le fiabe. Perchè? Prediligo,
da sempre, il canale della fiaba poichè la fiaba è narrazione per
eccellenza e contiene il vero spirito di un popolo. La fiaba, più di ogni
altra narrazione, si presta ad attuare il dialogo interculturale, vale a
dire la costruzione del tratto comune, 'inter', tra le varie culture. Il
dialogo interculturale parte, appunto, dalle similitudini culturali, più
che dalle differenze (come sancite nel celeberrimo schema di Vladimiri
Propp) ed evita i rischi del monoculturalismo, ossia
dell'affermazione assoluta di una cultura su un'altra come accade,
ad esempio, quando si parla della globalizzazione. La fiaba è utile
specialmente se correlata a personaggi ponte, quali Cenerentola o Giufà,
che sono presenti in più culture e che rappresentano, appunto, un ponte
tra le diversità. 'Chi può impedirmi di volare' è un testo che consiglio poichè, a mio parere, centra in pieno ciò che noi definiamo una buona pratica 'interculturale'. E' un libro scritto a più mani, che contiene più lingue, più linguaggi, più voci, e più punti di vista ed ha avuto il merito di rendere protagonisti proprio i ragazzi delle seconde generazioni, i figli di immigrati che saranno, a tutti gli effetti, i nuovi cittadini di un'Italia che è sempre più multietnica.
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